Montagna viva: nuovi abitanti, nuove sfide. A Tonezza il confronto sul futuro dei territori alpini
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Scritto il 05-12-2025

Montagna viva: nuovi abitanti, nuove sfide. A Tonezza il confronto sul futuro dei territori alpini

Una montagna che cambia, che resiste e che può tornare ad attrarre nuove famiglie, imprese e opportunità. È questo il filo conduttore del convegno “Altre Stagioni – La montagna e le sfide del presente”, promosso da GAL Montagna Vicentina e UNCEM Veneto, ospitato sabato scorso 29 novembre al Centro Congressi di Tonezza del Cimone.

Dal convegno emerge una fotografia della montagna vicentina molto diversa dai luoghi comuni: non un territorio destinato al declino, ma uno spazio che sta cambiando, che attrae nuovi abitanti e che richiede politiche mirate per consolidare questa tendenza. I dati presentati da Mauro Varotto, professore associato di Geografia e Geografia culturale all’Università di Padova, mostrano infatti segnali di ripresa demografica e nuove forme di presenza legate allo smart working, a un diverso modo di vivere i territori e alla ricerca di qualità della vita. Le amministrazioni locali, il GAL Montagna Vicentina e UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – Delegazione del Veneto hanno evidenziato la necessità di colmare i divari, rafforzare i servizi, innovare le infrastrutture e rivedere alcune normative fondamentali per sostenere i piccoli comuni.

A dare il benvenuto il sindaco di Tonezza Franco Bertagnoli che ha evidenziato come “la montagna stia diventando sempre più centrale” e come sia necessario sostenere chi sceglie di viverci, sottolineando tuttavia le difficoltà dei piccoli comuni montani.

“Dobbiamo capire chi sta scegliendo la montagna oggi: famiglie nuove, persone che cercano qualità della vita, giovani che fanno impresa” le parole del presidente del GAL Montagna Vicentina, Agostino Bonomo, che ha definito i progetti locali come “cellule vive di ripopolamento”, sottolineando come le buone pratiche rappresentino già una terapia efficace per rigenerare i territori. “Il ripopolamento nasce dove ci sono giovani che investono e comunità che li sostengono” ha continuato Bonomo, richiamando il valore del lavoro di UNCEM e ringraziandoli per aver accolto la richiesta del GAL Montagna Vicentina di prendere parte in modo attivo al convengo di Tonezza.

Per Ennio Vigne, presidente UNCEM Veneto, i dati del Rapporto Montagne Italia 2025 mostrano un quadro in evoluzione e richiedono un confronto continuo. Ha ribadito la centralità operativa dei GAL e la necessità di rivedere alcune normative regionali e nazionali, in particolare la classificazione dei comuni montani che in Veneto sono circa 150. Vigne ha inoltre richiamato l’importanza delle Unioni montane: “Se vogliamo mantenere vive le realtà dei singoli comuni, serve una gestione condivisa. Oggi condividiamo buone pratiche con l’obiettivo di farle uscire dal territorio e allo stesso tempo portarne di nuove qui”.

Il prof. Mauro Varotto ha presentato dati aggiornati sul movimento demografico nelle montagne italiane e venete. Se tra il 2014 e il 2023 la montagna vicentina ha registrato un calo medio della popolazione, il 2023 mostra un cambio di tendenza, con un fenomeno di ripopolamento e un saldo migratorio positivo. Varotto ha evidenziato la presenza di nuovi abitanti che si trasferiscono stabilmente, attratti dalla qualità del vivere, dalla possibilità di lavorare da remoto e dal rinnovato interesse verso i territori marginali. “La pandemia – ha ricordato – ha accelerato un processo di riavvicinamento alla montagna. C’è una larga fascia di popolazione che vive più giorni in quota e rappresenta un’opportunità da intercettare”. Sulle narrazioni, Varotto è stato chiaro: “Le parole pesano. Per anni la montagna è stata raccontata come un luogo perdente. È tempo di spostare il baricentro sulle opportunità”. Il professore ha indicato quattro sfide per un cambio di passo efficace: innovazione e infrastrutture digitali, accanto alla continuità delle attività tradizionali; superare la dicotomia montanaro vs foresto, costruendo nuove forme di dialogo e integrazione; rafforzare il rapporto tra individuo e comunità, con un ruolo decisivo della cooperazione e sviluppare un’economia della cura, verso persone fragili, paesaggio e servizi ecosistemici. “La montagna è un po’ sopravvissuta in questi ultimi anni, non ha avuto un ruolo da protagonista. Ora dobbiamo decidere che vita vogliamo darle”, ha concluso.

L’ Avv. Rosa Scarpino di Confcooperative Vicenza ha richiamato il concetto di habitat come ambiente fisico e sociale che permette alle persone di vivere e realizzarsi, ricordando che l’“abitare” in montagna significa non solo avere una casa, ma anche lavoro, benessere, identità e relazioni. Ha evidenziato come le cooperative di comunità rappresentino oggi uno degli strumenti più efficaci per rigenerare i territori fragili, creando economie integrate e opportunità condivise. La nuova legge regionale del 12 agosto 2025 riconosce formalmente questo modello, che in Italia conta circa 300 realtà. Scarpino ha infine sottolineato l’importanza della comunicazione e dell’auto-sostenibilità: far conoscere ciò che la montagna offre e costruire reti durature è essenziale per attrarre nuove energie e mantenere vivi i progetti nel tempo.

Le buone pratiche presentate – il progetto Favilla di Tonezza con Diego Dalla Via, progetto AlimentAZIONI con Gregory Brunello, la Cooperativa di Comunità L’Anguana con Renzo Benetollo, il progetto “Case a 1€” – Green Community Pasubio Piccole Dolomiti con Elisa Sperotto e l’albergo diffuso “Antico Borgo Brunelli” con Cecilia Colpo – dimostrano che il ripopolamento non è un’utopia: nasce dove esistono comunità attive, giovani che scelgono la montagna e istituzioni capaci di creare condizioni favorevoli.

Il messaggio condiviso è chiaro: la montagna non va “salvata”, va messa nelle condizioni di esprimere il suo potenziale, diventando un habitat dove abitare, lavorare e costruire futuro è davvero possibile.